Bruno Cagli oggi ci ha lasciato. Nel suo curriculum si descriveva « poeta », e del suo talento nell’arte del combinare  poeticamente le parole andava assai fiero. Era un uomo di studio; la sua sapienza e il suo acume li ha messi per quarant’anni al servizio della Fondazione Rossini, di cui è stato Direttore artistico, nonché motore insieme a Philip Gossett e Alberto Zedda.

I suoi studi su Rossini si sono rivelati fondamentali alla crescita della conoscenza del compositore, come fondamentale si è rivelato il progetto editoriale della pubblicazione dell’epistolario rossiniano nato in seno alla Fondazione Rossini per iniziativa sua e di Sergio Ragni.
A fianco di Gossett nella monumentale iniziativa dell’« Edizione critica delle opere di Gioachino Rossini » ha fornito, in occasione di ogni nuovo volume, un insostituibile contributo storico grazie alla sua conoscenza sterminata dell’opera italiana dell’Ottocento.

Affidiamo alle parole di Gioacchino Belli il nostro commosso commiato, auspicando che, travalicato  il limite terreno, Bruno possa dire con le parole del poeta che tanto amava « adesso tanta pasce! Oh avventi umani!

Cos’è sto monno! Come cammia tutto! ».